Deep Web, i poliziotti sulla Via della Seta

Deep Web, i poliziotti sulla Via della Seta

Uno spacciatore australiano finisce in manette con l'accuso di commercio illegale di droghe e possesso di armi. Si sentiva forte, dietro i confini del Deep Web, ma le forze dell'ordine lo hanno braccato fino a casa.
Uno spacciatore australiano finisce in manette con l'accuso di commercio illegale di droghe e possesso di armi. Si sentiva forte, dietro i confini del Deep Web, ma le forze dell'ordine lo hanno braccato fino a casa.

Paul Leslie Howard di professione faceva lo spacciatore di droga, ma qualche disattenzione di troppo e una eccessiva fiducia nella riservatezza del marketplace underground noto come “Silk Road” gli costeranno probabilmente un bel po’ di anni di galera.

Silk Road fa parte di quella vasta rete sotterranea di pagine web non indicizzate accessibili solo tramite Tor, e Howard faceva parte di quella ampia schiera di personaggi che usano il sito per commerciare in sostanze o prodotti illegali come droghe sintetiche o naturali, armi e altro ancora tramite moneta virtuale (BitCoin).

Il coinvolgimento attivo dell’uomo nel commercio di sostanze stupefacenti lo ha fatto diventare un bersaglio delle forze dell’ordine australiane: la registrazioni degli acquirenti su Silk Road è gratuita, e nel corso delle indagini gli agenti hanno potuto assistere a compravendite di droga coinvolgenti Howard in 11 diverse occasioni.

La polizia ha tenuto sotto controllo la posta dell’uomo rinvenendo 46,9 grammi di Ecstasy e 14,5 grammi di cocaina, mentre il successivo raid in casa Howard (avvenuto nel luglio del 2012) ha fatto rinvenire denaro, armi per elettroshock e altro materiale connesso al suo lavoro di spacciatore.

Howard si è ora dichiarato colpevole di importazione di droga in quantità da commercializzazione, e rischia una pena detentiva fino a 25 anni. E mentre gli amministratori di Silk Road corrono ai ripari dispensando consigli agli utenti del sito, le forze dell’ordine australiane (e non solo) ripetono il messaggio già diffuso qualche tempo fa : noi siamo un passo avanti a chi usa il Deep Web per condurre attività illecite.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
6 feb 2013
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